Il POS è un termine comune che viene usato per definire i terminali di pagamento che è passato dall’essere un elemento facoltativo per effettuare dei pagamenti elettronici ad un vero e proprio strumento divisivo, particolarmente utilizzato in politica. Si tratta infatti di un dispositivo elettronico che consente di effettuare pagamenti tramite la moneta elettronica cioè le carte di credito, di debito o quelle prepagate.
Il POS viene oramai utilizzato anche come “oggetto politico” in quanto le ultime legislature hanno fatto passi da gigante per migliorarne la resa e la convenienza di utilizzo, con l’obiettivo di andare a ridurre la circolazione del denaro contante, considerato fin troppo volatile e decisamente poco rintracciabile.
Gli ultimi governi hanno cercato di limitare le operazioni economiche eseguibili con il contante con delle vere “soglie” che andavano ad incentivare i bonus e le agevolazioni per munirsi di queste apparecchiature. Il governo Draghi in modo particolare ha reso l’obbligo del POS “una cosa reale” già a partire dalla metà dello scorso anno per ogni esercente e professionista, oltre che a sviluppare delle sanzioni per chiunque non se ne fosse dotato per tempo o in caso di rifiuto di effettuare un pagamento elettronico.
Il POS può effettivamente presentare tutta una serie di messaggi sul display che possono rendere inattuabile il pagamento, come ad esempio “l’Irruzione di avviso”, che sta ad indicare un possibile guasto elettrico del POS o una tensione elettrica eccessiva.
Altri messaggi davvero comuni che possono causare un senso di imbarazzo e problemi sono il mancato servizio o la connessione al servizio: il primo è spesso inerente ad una mancanza di connessione locale come se si cessasse la connessione ad internet, mentre il secondo indica un problema in fase di lettura della tessera come se risulta illeggibile o rovinata. Comunque sia, nella maggior parte dei casi si tratta sempre di un problema che ha a che fare con il collegamento.