I pagamenti digitali non sono più una novità per la stragrande maggioranza dei cittadini italiani in quanto praticamente tutti abbiamo almeno una volta fatto ricorso anche solo saltuariamente di un prelievo presso uno sportello ATM oppure pagato attraverso un POS, il tradizionale pur evoluto negli ultimi anni, strumento che fa da “intermediario” tra i “pagante” ed il “ricevente”. Nel nostro paese continua ad esserci una forma di “ostracismo” dal punto di vista concettuale contro l’obbligo di questa forma di pagamenti che viene tutt’oggi percepita come una forzatura, anche se gradualmente i pagamenti digitali appaiono sempre più vantaggiosi.
Quando paghi con il POS fai attenzione alle nuove regole: ecco quali
Tuttavia bisogna fare attenzione quando si paga con il POS, condizione che è stata resa più favorevole dalle forme diversificate di struttura, con transazioni più rapide, tendenzialmente più sicure ed efficienti.
Tecnologie come il contactless, presente sulla quasi totalità delle tessere di pagamento moderne, dai Bancomat alle carte prepagate, permette di accedere al pagamento semplicemente avvicinando la tessera al POS, senza neanche necessitare del PIN oltre una certa forma di importo.
Nel 2023 sono stati confermati i rigori legati all’obbligo di POS, che in realtà è stato concepito dal governo Draghi nel corso dell’anno precedente. L’ex governatore della Banca d’Italia non ha fatto altro che sviluppare delle sanzioni che scattano quando un esercente si rifiuta di fornire l’utilizzo del POS, oppure di paventare eventuali guasti non in realtà presenti.
Le sanzioni si applicano su segnalazione, e comprendono una multa di 30 euro su base fissa in corrispondenza di una mancata richiesta di pagamento elettronico, al quale va ad aggiungersi un aggiuntivo 4 % nei confronti dell’importo in questione.
Ad esempio se l’esercente si rifiuta di offrire un pagamento con POS nei confronti di un pagamento di 50 euro, viene esercitata una multa di 30 euro più il 4 % dell’importo , che corrisponde quindi a 2 euro aggiuntivi.