I buoni del tesoro poliennale sono un prodotto di investimento su cui gli italiani possono contare. In parole povere si tratta di Titoli di Stato, obbligazioni da cui poi la Nazione trae vantaggio per tutte le spese da affrontare pagate anche tramite le imposte dei contribuenti. Oltre al BTP che fornisce una cedolare secca ogni sei mesi e che può avere una durata che va da un minimo di 18 mesi ai 50 anni, ci sono anche altri due tipi di obbligazioni; i BOT, che non forniscono nessuna cedola e che alla fine della durata restituiscono all’investitore una cifra più elevata di quella di emissione, ed i BCZ; anch’essi senza una cedola e con un funzionamento uguale ai BOT ma con una durata fissa pari a due anni.
Nel caso in cui un investitore abbia la necessità di contare su un guadagno semestrale, dunque il BTP è la forma di investimento più scelta, poichè come accennavamo prima ha un funzionamento strutturato su una cedola fissa, ovvero un guadagno secco da ritirare ogni sei mesi. Considerando dunque che il BTP può durare anche svariati anni, in questo caso il vantaggio non sarebbe solo quello del capitale maturato alla scadenza, ma anche quello delle cedole ritirate negli anni. Ma come si calcola esattamente questa cedolare? Vediamo di capirci un po’ meglio.
Calcolare la cedola di un BTP
Non si tratta chiaramente di un calcolo semplice, dunque per capire qual ‘è il rendimento di una cedola si prendono in considerazione diversi parametri tra cui:
- Il capitale acquisito: ovvero il valore economico del BTP al momento dell’emissione, calcolate che il taglio minimo è di 1.000€;
- Il CI, ossia il Coefficiente di Indicizzazione, ossia un indice di riferimento della vita e dei consumi mensili ai quali un capo famiglia è sottoposto; viene calcolato annualmente dall’ISTAT e permette una vera e propria rivalutazione del capitale a seconda dell’andamento dei prezzi, e dunque nel caso in cui si verifichi un’inflazione oppure una deflazione.
- Il tasso cedolare minimo garantito: come dice la stessa definizione si tratta dell’importo minimo che possiamo aspettarci dalla cedolare secca, è possibile conoscerlo già al momento dell’emissione del BTP;
- Il tasso cedolare annuale definitivo: ovvero il tasso di interesse annuale a cui è sottoposto il BTP, esso come in qualsiasi prodotto di investimento oscilla ma non potrà mai essere inferiore a quello garantito; ad esempio se al momento dell’emissione ci è stato garantito che il nostro BTP maturerà del 2% annuo, il tasso di interesse può oscillare sempre e solo sopra questa cifra.
- Il premio fedeltà: ovvero un rendimento riconosciuto a coloro che hanno mantenuto il BTP per tutta la durata stabilita (senza quindi venderlo prima che questo scada regolarmente); si tratta di un premio che aggiunge al capitale il 4 per mille, dunque lo 0,4% dell’intero importo maturato.
- Ed infine la rivalutazione del capitale calcolata ogni sei mesi che come accennavamo prima dipende strettamente da casi di inflazione o deflazione.
Sulle basi di questo parametri, possiamo calcolare la cedola che verrà emessa ogni sei mesi a partire dalla sottoscrizione, moltiplicando il tasso effettivo cedolare e semestrale che sarà uguale a quello annuale diviso due, per il capitale rivalutato.