La numismatica è quel campo di studi e “ricerca” dedicato alle monete, alle banconote e a qualsiasi forma di denaro “fisico”. Questo rappresenta un settore davvero molto interessante, “occupato” dagli appassionati della prima ora ma anche dai veri esperti che con una semplice occhiata possono fare una stima reale di un particolare esemplare, infatti in tanti casi sono propri i dettagli ad evidenziare una possibile unicità e rarità di una moneta.
Basta infatti un solo simbolo, una caratteristica unica per far aumentare l’interesse ed è il caso dell’esemplare che prenderemo in esame in questo specifico articolo. Sicuramente la valuta più familiare di tutta la popolazione italiana è la lira, che ha avuto una “carriera” lunga ed interessante dal punto di vista della varietà e della diffusione.
Ancora oggi le vecchie monete non sono così introvabili ma non sono tutte uguali: se molti a partire dall’anno 2002 hanno deciso di conservare le vecchie monete, alcuni degli esemplari sono più interessanti anche perché si tratta di una valuta oramai fuori corso da ben vent’anni.
Un esempio è dato da una moneta molto comune al tempo, ma che ad oggi, se dotata di caratteristiche particolari, può valere una vera fortuna: è il caso della moneta da 2 lire nella sua prima emissione repubblicana, conosciuta anche come spiga, che è stata coniata per 4 anni, dal 1946 al 1950 prima di essere sostituita dalla successiva variante.
La Spiga è sensibilmente più rara, e sono soprattutto gli esemplari dell’anno 1947 a dare soddisfazioni. Solo 12 mila esemplari sono stati coniati in questo anno specifico cosa che indica quindi una rarità molto importante. Un esemplare del 1947 vale infatti almeno 200 euro, almeno se conservato in buone condizioni, ma la valutazione aumenta in virtù di condizioni di conservazione migliori possibili, che possono portare un valore di 1800 euro per una moneta in stato di conservazione Fior di Conio.