In Italia con il termine contanti si fa riferimento un po’ a tutta la tipologia generica di denaro “fisico”, generalmente le banconote ma anche concettualmente la forma ancora oggi più utilizzata e riconoscibile / tangibile, del denaro. Ma l’idea da oramai qualche anno è sottoposta a diverse forme di limitazione in tutto il continente, pur seguendo politiche nazionali abbastanza indipendenti e diversificate. Ma cosa succede, ad esempio, se viene effettuato un pagamento di €3000 euro in contanti?
Cosa succede se pago €3000 in contanti? Ecco la verità
E’ bene specificare il perchè, tecnicamente, il denaro contante viene sostanzialmente non “visto di buon occhio”: in primis ciò è dovuto ad una forma conclamata di scarsa sicurezza in quanto il denaro fisico è per forza di cose meno pratico e maggiormente destinato ad essere rubato.
Di contro, è molto più complicato tracciare le transazioni con questa forma economica, anzi spesso i pagamenti “illeciti” e le transazioni con il denaro liquido “vanno a braccetto” per questo motivo.
Il nostro paese, essendo tendenzialmente abbastanza conservatore da questo punto di vista, manifesta una generale resistenza alle varie forme di limitazioni che sono orientate ad incentivare le transazioni con strumentazioni elettroniche che invece sono naturalmente considerate sicure e tracciabili.
I vari governi hanno concepito nel corso dell’ultima decade una forma progressiva di quantità “limite” di pagamenti di beni e servizi ma anche di “passaggi di denaro” con i contanti.
Questa soglia è stata progressivamente “modificata” nel corso del tempo fino ad arrivare allo scorso anno, quando il governo Draghi, sulla falsariga di quello precedente, ha confermato fino al 31 dicembre 2022 il limite di 2000 euro per singola transazione effettuabile “legalmente” con i contanti.
L’esecutivo Meloni tuttavia dietro promessa elettorale ha confermato un cambio di rotta, ed oggi questa soglia è di 5000 euro, quindi ogni pagamento al di sotto di questo limite è considerabile “lecito”.