Le puntate della storia di iliad: > episodio 2
Da oggi e per alcuni giorni, a puntate, ripercorriamo l’avvincente storia di Iliad. Dalla fondazione, ai nostri giorni, passando per l’analisi della figura straordinaria di Xavier Niel. Questo è solamente il primo episodio della nostra serie.
Ripercorrere la storia di Iliad mette in luce come si tratti di una realtà aziendale ben diversa da quelle che siamo abituati a vedere in Italia. La sua storia ha un sapore epico, come il nome che porta. Ma perché Xavier Niel ha battezzato così la sua creatura? Nessuno ha la risposta a questa domanda, ma molte sono le congetture.
Certamente è un suono facile da ricordare, breve ed eufonico. Nonostante richiami a gesta bellicose, è un nome femminile, quasi dolce. È facile da pronunciare, non si presta a storpiature nelle varie lingue.
Richiama il mondo antico, come era sottolineato dal primo logo, che vedeva la lettera “a” sostituita da un segno che sembrava sia un’alfa greca che un’omega rovesciata, simbolo di eternità.
Per sempre.
Per davvero.
Iniziamo oggi una serie di post a puntate per ripercorrere insieme la storia di Iliad. Per non perdere i prossimi post di questa serie ci sono essenzialmente due modi:
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Ma quando nasce Iliad?
Iliad, la compagnia telefonica di origine francese, è probabilmente la più simpatica ai consumatori. Sbarcata in Italia nel 2016, e diventata operativa due anni dopo, ha però un storia più antica: ripercorriamo insieme le tappe.
La nascita in Francia
La storia di Iliad è avventurosa come l’epopea da cui trae il suo misterioso nome. La prima volta che sentiamo parlare di Iliad siamo nel 1991. Ci troviamo in Francia, il Presidente della Repubblica è François Mitterrand. La Comunità Europea si sta apprestando a firmare il Trattato di Maastricht, partorendo l’Unione Europea.
Il mondo è sconvolto dalla prima guerra del Golfo. Il ventitreenne Xavier Niel acquista con i suoi risparmi la Fermic Multimedia, un “minitel rosa”, servizio telematico per adulti, e lo ribattezza Iliad6.
Per quale motivo abbia scelto questo nome non è dato saperlo, anche se in molti si sono prodigati a elaborare fantasiose teorie… come vi racconteremo più avanti.
Tra la fine degli anni ’90 e l’inizio del 2000, Iliad inizia a sviluppare la sua rete col marchio Free, interconnettendosi a quella di France Télécom. Nello stesso periodo cessa la sua attività telematica Mintel.
La nuova Free si sviluppa velocemente, iniziando a conquistare il mercato francese.
Sono gli anni in cui si sta diffondendo con una rapidità incredibile la rivoluzione internet presso gli utenti privati, e Free mira a diventare uno dei fornitori più importanti in Francia utilizzando la solita strategia che ha reso la compagnia famosa anche in Italia: contratti super vantaggiosi, tariffe low cost e un’attitudine trasparente nei confronti del consumatore.
Infatti nel 2002 lancia l’offerta banda larga a 29,99 Euro al mese, quando tutti i concorrenti proponevano offerte di circa 45 euro mensili. Nulla sembra fermare l’inarrestabile Xavier: nel 2005 grazie alla collaborazione di Canal+ Iliad lancia la prima offerta di video on demand tramite ADSL, che l’anno successivo si arricchisce di una FreeboxV5 dotata di hard disk con funzione PVR che permette di registrare i contenuti, e di un ricevitore che consente di riprodurre i video in HD.
Il tutto corredato da una super promozione con un’offerta di tipo illimitato di chiamate verso cellulari.
Iliad continua a crescere, nel 2007 annuncia la fibra ottica ad altissima velocità e nel 2008 la compagnia è seconda nel fisso solo a Orange. Nel 2011 nasce in Francia anche Free Mobile, l’operatore mobile di Iliad. La storia del grande successo di Iliad la porta a espandersi: nel 2016 la Commissione Europea approva la fusione tra 3 Italia e Wind, aprendo le porte a Iliad come nuovo quarto operatore italiano.
Iliad alla conquista dell’Italia
Siamo dunque nel 2016 quando Iliad approda in Italia. Ogni tappa della storia di questa compagnia ha il sapore di libri di scuola e un atteggiamento di conquista e ribellione. Quasi fosse Annibale con i suoi elefanti, Iliad valica le Alpi provocando ogni sorta di reazione e stupore.
Vodafone pensa di fare una grande operazione di contrattacco e registra immediatamente in Italia il marchio Free Mobile, con cui Iliad operava in Francia. Evidentemente la compagnia era già ben temuta, visto i precedenti nel Paese d’origine.
Ma quando Iliad si presenta col suo bel logo e il suo nome evocativo, non si mostra affatto intimidita, e mette immediatamente in chiaro le sue intenzioni, tramite le parole del suo CEO in Italia, Benedetto Levi. Sin dalle prime dichiarazioni Iliad agita il suo vessillo rivoluzionario, dichiarando la sua distanza dalle tre compagnie compagnie operanti in Italia, ovvero TIM. Vodafone e Wind Tre. L’obiettivo è differenziarsi subito con tariffe migliori, trasparenza e qualità del servizio.
Quasi fossimo in procinto di assistere alla presa della Bastiglia, il primo hashtag con cui Iliad si presenta da noi è #RivoluzioneIliad.
Iliad non scherza, dal momento che subito vengono messe in risalto le scorrettezze dei gestori nei confronti degli utenti oppressi da tariffe ingiuste e ingannevoli… e viene presentata la grande novità: un’offerta lancio a solo 5,99 al mese con minuti ed SMS illimitati, e 30 Giga di traffico dati. Per sempre.
E se questo non bastava, ecco la grande novità: tutti i servizi accessori come il servizio MiRichiami e la Segreteria Telefonica erano inclusi. Nessuna spesa aggiuntiva, nessun trucco, nessun pasticcio.
La libertà Iliad
Quanto avrebbe dovuto attendere il popolo oppresso per liberarsi dalla schiavitù? Nemmeno un giorno: l’offerta lancio poteva essere attivata il giorno stesso o sul sito ufficiale o alle Simbox, i simpaticissimi distributori digitali di SIM.
Ed ecco scatenarsi l’ira funesta degli avversari. Iliad si propone come la compagnia telefonica più sincera? Subito una bella denuncia al Condacons per pubblicità ingannevole!
Telecom e Vodafone infatti contestano alla compagnia di aver omesso di indicare i 9,99 euro di costi di attivazione e di promettere i dettagli sulla copertura 4G+. Lo IAP (Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria) accolse la denuncia e intimò a Iliad di interrompere la campagna di spot e affissioni entro 7 giorni per sostituirla con una comunicazione più chiara.
Iliad ripose al nuovo attacco con molta eleganza, d’altronde a quanto pare la campagna spot era già praticamente conclusa e quella affissionistica era ancora limitata. Ma soprattutto secondo Iliad la decisione dello IAP metteva in evidenza che a parte i due dettagli, il resto della campagna era risultata veritiera.
Insomma, se non si è trattato di un autogol da parte degli avversari, sicuramente è stato un rigore parato ottimamente.
Ma la storia di Iliad, ovviamente, non finisce qui. Tra poche ore pubblicheremo il secondo episodio di questa serie. Quindi, se questo post ti è piaciuto…
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